martedì 9 ottobre 2012
giovedì 4 ottobre 2012
Archeologia
Qui vi saranno inseriti i post che riguardano l'archeologia, in particolare il Parco archeologico di Laos e l'antiquarium di Scalea.
Mare
Qui vi saranno inseriti i post che riguardano il mare, in particolare il Parco Marino "Riviera dei Cedri".
martedì 2 ottobre 2012
Il parco nazionale del Pollino
Storia
Il Parco nazionale del Pollino è
istituito
nel 1988, mentre la perimetrazione provvisoria è del 1990, così come le misure di salvaguardia. Tra gli anni 1993 e 1994 s'insediano gli organismi amministrativi e tecnici: presidenza, consiglio di amministrazione e direzione; la sede dell'ente di gestione è ubicata in Rotonda (PZ). Il Pollino è, dunque, l'area protetta più estesa d'Italia, comprendendo, a cavallo fra il confine geografico e amministrativo delle regioni Calabria e Basilicata, 3 province (Cosenza, Potenza, Matera), 56 comuni, di cui 32 in Calabria e 24 in Basilicata, 9 comunità montane e 4 riserve orientate: Rubbio, in Basilicata, e Raganello, Lao e Argentino in Calabria. Le sue vette, tra le più alte del sud d'Italia, sono coperte di neve per molti mesi dell'anno. Dalle cime, ad occhio nudo, si osservano, ad occidente, le coste tirreniche di Maratea, Praia a Mare, Belvedere Marittimo e, ad oriente, da Sibari a Metaponto, il litorale ionico. L'emblema del parco è il pino loricato (Pinus heldreichii), specie endemica italiana, presente in altre stazioni fitoclimatiche delle montagne balcaniche e greche.
nel 1988, mentre la perimetrazione provvisoria è del 1990, così come le misure di salvaguardia. Tra gli anni 1993 e 1994 s'insediano gli organismi amministrativi e tecnici: presidenza, consiglio di amministrazione e direzione; la sede dell'ente di gestione è ubicata in Rotonda (PZ). Il Pollino è, dunque, l'area protetta più estesa d'Italia, comprendendo, a cavallo fra il confine geografico e amministrativo delle regioni Calabria e Basilicata, 3 province (Cosenza, Potenza, Matera), 56 comuni, di cui 32 in Calabria e 24 in Basilicata, 9 comunità montane e 4 riserve orientate: Rubbio, in Basilicata, e Raganello, Lao e Argentino in Calabria. Le sue vette, tra le più alte del sud d'Italia, sono coperte di neve per molti mesi dell'anno. Dalle cime, ad occhio nudo, si osservano, ad occidente, le coste tirreniche di Maratea, Praia a Mare, Belvedere Marittimo e, ad oriente, da Sibari a Metaponto, il litorale ionico. L'emblema del parco è il pino loricato (Pinus heldreichii), specie endemica italiana, presente in altre stazioni fitoclimatiche delle montagne balcaniche e greche.
Territorio
Il territorio del Parco comprende
in tutto 56 comuni, 32 nella Calabria (provincia di Cosenza) e 24 nella
Basilicata (22 nellaprovincia di Potenza e 2 nella provincia di Matera).
I comuni in territorio calabro
sono: Acquaformosa, Aieta, Alessandria del Carretto, Belvedere Marittimo,
Buonvicino,Castrovillari, Cerchiara di Calabria, Civita, Francavilla Marittima,
Frascineto, Grisolia, Laino Borgo, Laino Castello, Lungro,Maierà, Morano
Calabro, Mormanno, Mottafollone, Orsomarso, Papasidero, Plataci, Praia a Mare,
San Basile, San Donato di Ninea, Sangineto, San Lorenzo Bellizzi, San
Sosti,Sant'Agata di Esaro, Santa Domenica Talao, Saracena, Tortora, Verbicaro.
Fra questi alcuni sono di
interesse storico-archeologico: Castelluccio, Viggianello, Rotonda,
Castrovillari, Morano Calabro, Laino Borgo, Mormanno, Scalea, Papasidero e
Civita, altri sono importanti dal punto di vista socio-culturale, perché
sonocomunità albanesi che si insediarono nel territorio lucano e calabrese tra
il 1470 e il 1540, sono: San Paolo Albanese, San Costantino Albanese, San
Basile, Lungro, Plataci, Frascineto, Civita.I comuni in territorio lucano sono:
Calvera, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno,
Castronuovo di Sant'Andrea, Carbone, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia,
Fardella, Francavilla in Sinni, Latronico, Lauria, Noepoli,Rotonda, San
Costantino Albanese, San Giorgio Lucano, San Paolo Albanese, San Severino
Lucano, Senise, Teana,Terranova di Pollino, Valsinni, Viggianello.
Il paese più alto del parco è
Alessandria del Carretto con i suoi mille metri s.l.m., paese che ancora oggi
conserva antiche tradizioni culturali e musicali. Tra gli edifici religiosi
degni di nota si annoverano, in territorio calabro, il complesso monastico
della Madonna delle Armi a Cerchiara e ruderi di conventi, come quello del
Colloreto a Morano Calabro, mentre in Basilicata, nel comune di San Severino
Lucano, a circa millecinquecento metri di quota, nel cuore del parco, è situato
il santuario della Madonna del Pollino, meta di un culto religioso
profondamente radicato nella gente del luogo. All'interno della valle del
Mercure, in territorio di Rotonda, sono stati ritrovati interessanti reperti
paleontologici: Elephas antiquus,Hippopotamus major.
Flora
Tra le tantissime altre specie
arboree presenti nel Parco vi sono l'abete bianco, il faggio, tutti e sette i
tipi di aceri di cui l'acero di Lobelius, il pino nero, il tasso diverse specie
di querce, castagni, ed alle quote più elevate e sui pendii più ripidi è
presente il Pino loricato, specie rarissima (in Europa presente solo qui e nei
Balcani), che si adatta agli habitat più ostici, dove altre specie molto
rustiche (il faggio in primis) non sono in grado di sopravvivere.
Fioriture di orchidee si
osservano soprattutto in primavera, insieme a quelle di viole, genziane,
campanule e, in estate, il raro giglio rosso, oltre ad innumerevoli specie di
piante officinali ed aromatiche, tra le quali la fanno da padrona le Labiatae,
con molteplici specie di mentaed inoltre tutte le varietà di timo, santoreggia,
lavanda, issopo, eccetera, le cui fioriture esplodono al culmine dell'estate in
un delicato accostamento di colori e di sfumature.
Non da meno sono da considerare
le varie famiglie di frutti di bosco e di specie arboree selvatiche che
producono frutti e bacche come lemele selvatiche, i vari Prunus, le deliziose
fragoline di bosco e i dissetanti lamponi di cui sono disseminati i sentieri e
le frequenti radure, laddove le condizioni climatiche e di soleggiamento ne
consentono la fruttificazione.
Fauna
Anche la fauna è varia, e
comprende specie ormai estinte in altre zone montuose. Sono presenti l'aquila
reale, il picchio nero, il gracchio corallino, il lanario, il capovaccaio, il
nibbio reale, il gufo reale, il gufo comune, il corvo imperiale, il falco
pellegrino, il driomio, il lupo appenninico, il gatto selvatico, il capriolo
autoctono di Orsomarso e la lontra. Di recente sono stati reintrodotti il cervo
e il grifone.
La Riviera dei Cedri
Riviera dei Cedri è il toponimo che identifica una fascia di territorio dell' Alto Tirreno Cosentino in Calabria che comprende, tradizionalmente, anche una parte del territorio montano che si trova immediatamente a ridosso della zona costiera.
Il nome deriva dalla diffusa coltivazione del cedro della varietà cedro liscio Diamante, un agrume prezioso dalla coltivazione difficile e che in questo territorio in passato era coltivato anche in piccoli appezzamenti di terreno.
Sempre in passato, nella zona rivierasca esistevano numerose coltivazioni di cedro nonché alcune industrie di trasformazione.
Attualmente la produzione è stata valorizzata grazie all'azione sinergica del Consorzio del Cedro di Calabria, ente che raccoglie più di 100 cedricoltori, e che si pone come volano dell'economia della Riviera. La sua azione è rivolta alla tutela, conservazione, valorizzazione e commercializzazione del prezioso agrume.
Fanno parte della riviera 22 comuni compresi fra Tortora e Paola. Fra questi, per la produzione del cedro, spiccano Scalea, Santa Maria del Cedro e Diamante oltre un certo numero di centri montani che mediamente distano dalla costa non più di qualche chilometro e quindi facilmente raggiungibili. La parte montana è costituita da appendici del massiccio del Pollino, una parte del territorio della Riviera dei cedri è compresa nel Parco del Pollino.
Il nome deriva dalla diffusa coltivazione del cedro della varietà cedro liscio Diamante, un agrume prezioso dalla coltivazione difficile e che in questo territorio in passato era coltivato anche in piccoli appezzamenti di terreno.
Sempre in passato, nella zona rivierasca esistevano numerose coltivazioni di cedro nonché alcune industrie di trasformazione.
Attualmente la produzione è stata valorizzata grazie all'azione sinergica del Consorzio del Cedro di Calabria, ente che raccoglie più di 100 cedricoltori, e che si pone come volano dell'economia della Riviera. La sua azione è rivolta alla tutela, conservazione, valorizzazione e commercializzazione del prezioso agrume.
Fanno parte della riviera 22 comuni compresi fra Tortora e Paola. Fra questi, per la produzione del cedro, spiccano Scalea, Santa Maria del Cedro e Diamante oltre un certo numero di centri montani che mediamente distano dalla costa non più di qualche chilometro e quindi facilmente raggiungibili. La parte montana è costituita da appendici del massiccio del Pollino, una parte del territorio della Riviera dei cedri è compresa nel Parco del Pollino.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)



